Casa dolce quarantena

Casa non è solo un luogo: i nuovi modi di abitare durante la quarantena

casa quarantena - Casa dolce quarantena

Divano, letto, poltrona e -per i più fortunati- terrazzi e giardini.
Ecco gli elementi che tracciano il contorno del nostro piccolo orizzonte in tempo di Coronavirus.

A ormai quasi due mesi dall’inizio della quarantena, abbiamo imparato a vivere le nostre case in un modo diverso e inedito.
Gli angoli ben studiati, le mensole con le nostre fotografie preferite, la tappezzeria del divano che accompagna le nostre serate davanti alla tv: tutto sembra apparirci davanti sotto ad una nuova luce.

Oppure no? Come cambia il concetto di stare a casa ai tempi del Coronavirus?

Il passaggio a cui stiamo assistendo è quello che parte dalla casa come bene materiale e giunge ad un suo significato più ampio e astratto, quello spiegato perfettamente nella lingua inglese che -sapientemente- distingue il termine “house” (letteralmente le mura e il tetto all’interno dei quali viviamo) e “home” (la casa come porto sicuro, il luogo del cuore che ci dà una sensazione di calore anche quando ci troviamo lontani da essa).

Non più dunque un bene rifugio nel senso economico della parola, ma una “tana”, un nido dove sentirsi al sicuro e in pace con se stessi.

La pandemia globale ci sta facendo conoscere aspetti dello stare in casa che da tempo avevamo perso di vista, complice la vita frenetica nella quale tutti siamo immersi.
Ora la casa è anche una palestra, un ufficio, una cucina attiva quasi 24 ore su 24 in cui sperimentare nuovi piatti, il palcoscenico degli artisti di tutto il mondo e il luogo dal quale ci colleghiamo ai nostri social preferiti per mantenere i contatti con amici e parenti.

Forse, nella nuova vita da reclusi, ci accorgiamo più facilmente di quella piccola crepa nel muro, o di quel pezzetto di intonaco che sembra sul punto di staccarsi, ma una cosa è certa: la casa rappresenta per tutti noi che attraversiamo questo strano momento storico il vero baluardo di sicurezza e comfort.

casa quarantena 2 - Casa dolce quarantena

Proprio per questo motivo, è (e sarà) centrale la necessità di progettare case con caratteristiche nuove rispetto al passato, che possano adattarsi a un mondo scosso da un virus che per parecchio tempo altererà le nostre abitudini quotidiane.

La forzata convivenza di questi due mesi con tutta la famiglia ha messo in crisi il consolidato momento di riunione domestica che la casa rappresentava per tutti, il suo essere un “ritorno al nido sicuro” dopo le mille attività giornaliere di ogni membro all’aperto, a scuola o nei luoghi di lavoro.

Occorrerà reinventare spazi dove si possano svolgere attività di smart working senza problemi o interruzioni, come se trasportassimo la nostra amata scrivania dell’ufficio oltre la nostra porta d’ingresso. Ma anche zone di “decontaminazione”, che -come vere “terre di mezzo”– dovranno rappresentare il filtro tra esterno e interno in cui lasceremo i capi indossati durante la giornata fuori per evitare il trasporto di germi in casa.

Balconi e terrazzi potrebbero vivere un momento di ribalta e diventare fondamentali spazi da attrezzare al meglio per essere trasformati in luoghi confortevoli in cui spendere le nostre ore d’aria.

Una cosa è certa: la casa è e sarà destinata ad essere la nostra migliore amica.

E allora perché non sistemarla e arricchirla con oggetti che rispecchino il nostro stile e possano farci apprezzare anche i giorni più noiosi e lunghi della quarantena?

I brand del lusso (e non) non si fanno certo trovare impreparati.
Louis Vuitton pensa ai momenti di convivialità con la sua personale “Monogram Tower”, un set da Jenga rivisitato dal brand per giocare con la famiglia con qualcosa di decisamente più fashion e colorato rispetto ai soliti legnetti tipici di questo gioco da tavolo.

E riguarda Louis Vuitton anche l’idea avuta dal brand Bodega Rose, negozio di piante e fiori newyorkese, che ha lanciato un vaso realizzato a immagine e somiglianza della iconica Speedy Bag, borsa simbolo lanciata dal marchio a metà degli anni ’90.
Il vaso è realizzato in jesmonite, un nuovo materiale in resina che, versato sulla borsa, ne replica perfettamente il look in ogni suo dettaglio: dal monogram, alla zip, fino ai dettagli delle cuciture.

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Il vaso di Bodega Rose che ricalca perfettamente la Speedy Bag firmata Louis Vuitton (Photo: Bodega Rose)

Christopher Kane pensa direttamente alla quarantena e si interroga su come superare il difficile momento con un pizzico di gioia in più.
E così lancia la collezione che prende proprio il nome di “More Joy Indoors”: una serie di articoli per la casa che spaziano da lussuosi pigiami a tazze per la colazione.
“More Joy” è la scritta stimolante e incoraggiante che decora tote bags, bottiglie per l’acqua e set di coperte, per rendere la quarantena un po’ più dolce.

Da parole ricche di vibrazioni positive, passiamo a veri e propri messaggi di sostegno.
Quelli del brand Noah, che punta tutto sulla buona comunicazione in tempi di Coronavirus e regala, con ogni acquisto fatto sul suo e-commerce, una confezione speciale di incensi completa di sostegno in ceramica per riempire di note profumate la propria casa e renderla più accogliente che mai.
Il tema di questo nuovo articolo? Il fiore di loto, simbolo di rinascita e creazione: un messaggio di ottimismo e comprensione indirizzato a tutti i clienti affezionati del brand.

Ma che casa sarebbe senza un bel divano?
Ci pensa Harry Nuriev a rispondere a questa domanda.
L’architetto e fondatore del Crosby Studio collabora con Balenciaga e lancia un divano speciale realizzato in vinile trasparente, riempito e reso colorato da capi dimessi del brand di lusso.

Il cuore di ogni salotto che si rispetti viene re-immaginato in una nuova veste sostenibile: i capi che lo compongono sono pezzi danneggiati scartati dai negozi del marchio, ai quali viene data in questo modo una seconda vita nel nome della sostenibilità e della green fashion.

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Il divano sostenibile realizzato con capi danneggiati del brand Balenciaga (Photo: Balenciaga)

Ma ci sono anche brand che pensano al dopo, al “di fuori”, a come destreggiarsi al meglio nel mondo che ci circonda quando il periodo del lockdown sarà concluso.

E così i marchi più conosciuti del lusso si danno da fare per realizzare mascherine di tutti i tipi, versioni creative che possano rappresentare un’alternativa colorata e divertente alla classica versione medicale bianca o verde degli operatori sanitari.

Il brand Gucci ha anticipato i tempi, realizzando mascherine “di lusso”già prima della pandemia per la cantante Billie Eilish ai Grammy Awards. Così anche Fendi e Palm Angels.
Ma ci sono anche brand che nel pieno dell’emergenza hanno riconvertito le loro produzioni per fabbricare esclusivamente mascherine e camici per gli ospedali: parliamo per esempio di Canada Goose, Burberry, il gruppo Armani (che ha convertito i propri stabilimenti alla produzione di camici monouso), Salvatore Ferragamo e Boccadamo.

Anche il sito Etsy ci viene in aiuto, proponendoci una proposta infinita di mascherine creative realizzate da utenti che comprano stoffe e creano nuovi modelli, con elastici dietro le orecchie o con allacciature a nastro.

Insomma, il mondo sta cambiando e tutto è in movimento verso un’unica direzione: adattarsi e proteggersi, sia dentro che fuori dalla nostra -sempre più amata- casa dolce casa.