
Wanderlust: termine che deriva dall’unione delle due parole tedesche “wandern” e “lust”, che significano rispettivamente “errare” e “desiderio”.
È una parola che ci capita di incontrare spesso, sui siti dedicati ai viaggi o magari sulla pelle di qualche appassionato viaggiatore che ha deciso di imprimere per sempre con un tatuaggio il proprio stile di vita.
La realtà è che si tratta di una parola quasi intraducibile, che può essere spiegata solo da uno stato d’animo: non è solo amore smisurato per il viaggio, questa parola infatti ci parla soprattutto di un girovagare senza meta, perdersi e scoprire l’inaspettato.
Rispecchia una voglia di partire che però non è finalizzata all’arrivo ma al percorso.
Un desiderio profondo di cercare l’altrove, innamorarsi di posti nuovi e sconosciuti, entrare in simbiosi con nuove terre ed espandere il proprio sguardo.
E, a volte, per sentirsi in questo modo non è nemmeno così necessario spostarsi troppo.
D’altra parte viviamo in uno dei paesi più belli del mondo, no?
Ecco che con l’arrivo dell’estate si fa strada in ognuno di noi (complice la stanchezza di un anno lavorativo più che mai stressante a causa della pandemia) il desiderio di scoprire la nostra penisola, fare la valigia e scappare con il primo weekend utile verso i luoghi più belli d’Italia.
Oggi vogliamo dedicarci alla leggerezza che è tipica dell’estate e fare insieme a voi un doppio viaggio: sulla cartina della nostra bellissima Italia e al contempo attraverso i mondi della moda, del cinema e dell’arte.
C’è un luogo dove molto spesso vediamo per la prima volta i luoghi che diventeranno per noi sogni ad occhi aperti, mete da aggiungere alla wishlist delle proprie vacanze ideali.
Parliamo del cinema: l’arte che forse più di ogni altra ci mette davanti agli occhi la bellezza di posti che poi rimangono impressi nella nostra mente grazie alle storie che i registi sviluppano e che ci raccontano.
Possono essere luoghi esotici e lontani, luoghi spaventosi o misteriosi, luoghi celebri in tutto il mondo oppure ancora luoghi che abbiamo già visto ma che ora, sul grande schermo, acquistano una nuova luce e risvegliano la nostra voglia di viaggiare.
Oggi parliamo proprio di questi luoghi: quelle mete tutte italiane che rendono il nostro paese un luogo perfetto per le vacanze, pieno di angoli di paradiso da sempre fonte d’ispirazione per alcuni dei più grandi registi.

Il talento di Mr. Ripley (1999)
Nella vita tutti, prima o poi, abbiamo cercato di imitare lo stile di qualcuno. E con il film “Il talento di Mr.Ripley” di Anthony Mingella c’è l’imbarazzo della scelta.
Si tratta forse forse di uno dei film più eleganti di sempre: dagli abiti alle camicie, dall’abbronzatura ai tagli di capelli, ogni scena vanta una cura dei dettagli strabiliante Ecco che con l’arrivo dell’estate si fa strada in ognuno di noi (complice la stanchezza di un anno lavorativo più che mai stressante a causa della pandemia) il desiderio di scoprire la nostra penisola, fare la valigia e scappare con il primo weekend utile verso i luoghi più belli d’Italia. e l’ambientazione da sogno della Costiera Amalfitana è la vera ciliegina sulla torta per un film esteticamente perfetto.
La pellicola è in effetti una vera lettera d’amore all’Italia. Il nostro Paese splende in tutta la sua bellezza mentre i protagonisti lo attraversano e, sullo sfondo di un’idilliaca Ischia, vediamo dipanarsi un thriller affascinante, disturbante, splendidamente girato e recitato che regala agli spettatori un’atmosfera impossibile da dimenticare.
Tom Ripley è interpretato da Matt Damon ed è subito caratterizzato da uno stile Ivy League elegante che non passa mai di moda: abiti a due bottoni blu e marroni, giacche di velluto a coste in tonalità polverose abbinate a camicie button-down in tessuto Oxford, cravatte in maglia e mocassini. Tutti elementi così sofisticati da farlo sembrare fuori luogo in un’Italia meridionale arsa dal sole.
Ma i costumisti Ann Roth e Gary Jones hanno fatto un ottimo lavoro anche per quanto riguarda le spettatrici. I look di Marge (Gwyneth Paltrow) sono tanto semplici quanto raffinati e rappresentano ancora oggi un esempio per chi aspira ad un outfit essenziale da diva in vacanza.
Pochi elementi perfettamente abbinati: una camicia bianca a maniche corte annodata in vita (o indossata sopra al bikini), una gonna in cotone in una fantasia ricercata, una borsa di paglia perfetta per le mete di mare, un foulard annodato tra i capelli e un paio di zeppe in corda.

Call Me by Your Name (2017)
L’amore di Luca Guadagnino per la moda e la sua attenzione maniacale verso i costumi emergono in tutta la loro potenza nel film “Call Me by Your Name” del 2017, grande successo di critica e di pubblico e -soprattutto- grandissima lezione di stile.
Un giardino con alberi di albicocche, una villa del 1500 persa nella campagna cremasca, una piscina coperta dalle fronde dove riposarsi dalla calura estiva: sin dalle prime scene, il film ci immerge totalmente nell’atmosfera magica e nostalgica di una rilassante vacanza tutta italiana nella provincia lombarda del 1983.
Tra i luoghi in cui il film è stato girato troviamo appunto Cremona (in particolare il paese di Moscazzano dove si trova la villa), il centro di Crema con il suo duomo (luogo dove i protagonisti vanno spesso a svolgere le loro commissioni) poi ancora Pandino e la sua piazza, Bergamo e infine il set fa un salto fino a Sirmione, sul Lago di Garda, dove possiamo scorgere le antichissime Grotte di Catullo.
La cura dei dettagli viene fuori in ogni scena del film, rivelando l’attenzione che il regista ha riservato a ogni elemento. Tutto collabora a creare un mood anni ’80 che colpisce subito nel segno: quasi tutte le canzoni della colonna sono brani popolari dell’estate 1983, mentre per quanto riguarda gli abiti la costumista Giulia Piersanti si è lasciata ispirare dagli album di fotografie dei suoi genitori, in modo da ricostruire il guardaroba anni ’80 perfetto per tutti i protagonisti.
Oliver e Elio, i due protagonisti (interpretati rispettivamente da Armie Hammer e Timothée Chalamet) non vanno al mare, ma si godono la luminosa campagna estiva e la piscina della villa con bermuda che ricalcano i modelli di Jil Sander in cotone o denim oppure con pantaloni dalle linee rilassate.
Il fattore della differenza d’età tra i due viene infatti sottolineato dal vestiario: Oliver (che è più grande) indossa bermuda di cotone, in tinte naturali come beige e marrone chiaro, mentre Elio li porta di jeans.
Le t-shirt troppo casual sembrano bandite, mentre a fare da protagoniste sono le polo (su tutte, ovviamente, le Lacoste) e le camicie, sempre in linea con un gusto molto classico che prevede tinte pastello o righe, per ricalcare il tema marinaro e i colori chiari -entrambi simboli dell’estate.
Per finire e chiudere con coerenza il cerchio dell’atmosfera Eighties non possiamo non nominare le sneakers, in pelle bianca, alte e coi calzini di spugna a vista, mentre per quanto riguarda gli occhiali i protagonisti scelgono i classici Ray Ban: vero accessorio chiave estivo che non può mancare nella valigia delle vacanze di tutti gli italiani.

La Grande Bellezza (2013)
Sul fatto che Roma sia tra le mete dei sogni per italiani e stranieri non ci sono dubbi.
Dal mitico “Vacanze Romane” del regista William Wyler, nell’immaginario comune si è scolpita l’idea di un viaggio nella Città Eterna a bordo di una vespa per scoprirne ogni meraviglia: la rappresentazione più sognante delle vacanze italiane.
Sono tantissimi i registi che nel corso degli anni hanno reso il loro omaggio alla città di Roma, ma forse uno degli esempi più memorabili è quello del film di Paolo Sorrentino “La Grande Bellezza”.
Le scene dove Jep Gambardella (protagonista della pellicola interpretato da un incredibile Toni Servillo) cammina attraverso i luoghi più belli della città sono diventate da subito iconiche, elevando i luoghi che fanno da sfondo alle scene a veri e propri elementi fondanti della narrazione.
Sorrentino riesce nell’intento di descrivere Roma come culla di sogno e bellezza, colta nella sua inspiegabile lentezza, meno frenetica ma più vera. Mentre Jep cammina, anche noi insieme a lui facciamo un tour silenzioso attraverso una città magica dove all’improvviso tutto sembra immobile.
Dalla casa con vista sul Colosseo di Jep, ci incamminiamo verso i Fori Imperiali e il Circo Massimo, mete di visitatori da tutto il mondo ogni giorno dell’anno, per poi arrivare al Gianicolo, luogo di ritrovo degli innamorati, e infine in Piazza Navona con la sua Fontana dei Quatto Fiumi.
La scena più onirica si svolge sul colle Aventino, ma troviamo anche il Parco degli Acquedotti, il Tempi del Bramante, le Terme di Caracalla e Villa Medici: Roma si presenta allo spettatore come un museo a cielo aperto da scoprire e riscoprire.
Ma oltre alle meravigliose inquadrature della città, c’è qualcos’altro che rende il film indimenticabile.
Si tratta degli outfit del protagonista, per i quali la costumista Daniela Ciancio ha detto di essersi ispirata allo stile dandy tipicamente partenopeo.
Non stupisce quindi che i preziosissimi capi del film vengano da un laboratorio produttivo situato proprio a Casalnuovo di Napoli: la Sartoria Italiana Cesare Attolini, nata nel 1930, che da generazioni porta avanti con esperienza la tradizione sartoriale partenopea.
Jep Gambardella, re delle feste, appare come il vero gagà napoletano con uno stile da costiera amalfitana anni ’60: indossa giacche che non costringono ma seguono la linea del corpo, fatte di tagli destrutturati e non rigidi. Ma se le tonalità dei capispalla sono spesso sgargianti, i pantaloni sono quasi sempre bianchi e la camicia, in tinta, alle volte osa con dei pois. Importantissima anche l’aggiunta dei dettagli, come la pochette e il calzino chiaro.